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Dal nazionale al regionale... - Dal nazionale al regionale - 3

Si comincia quindi a preparare lo storico campionato di A1: per non correre rischi la dirigenza fiorentina opta per un allenatore di esperienza e la scelta cade su Giuseppe Marcuccitti. Ai suoi ordini arrivano il professor Filippini, preparatore atletico, Marco Donnangelo, il portiere David Calabria e Simone Giuliani dal Torino, Rosario Scalìa dal Palermo, Giuliano Di Giosio dal Prato e gli abruzzesi Mondazzi e Di Federico; rientra per fine prestito David Gammino; confermati Lo Conte, Matrisciano, Simeunovic, Lombardo, Parronchi, Gallucci, Balducci e Falsini (poi ceduti in prestito al San Michele), Nicolini e Colella. Nella rosa della prima squadra anche due giovanissimi Daniele Corsi ed Emanuele Frosini. Unico rimpianto la trattativa sfumata all'ultimo minuto con Andrea Famà della BNL che prima dice sì a Firenze e poi raggiunge invece Reggio Calabria.
Nonostante una rosa di tutto rispetto, è un anno difficile da raccontare. Dopo un girone di andata concluso discretamente col settimo posto a 23 punti, qualcosa si rompe: inizia Di Giosio che, in amichevole col San Michele, si procura in uno scontro con il portiere Cantini la frattura ad un dito di un piede. Salterà un mese e mezzo di campionato. Lo segue a ruota Michele Lombardo, stiramento alla coscia, mentre la morìa delle bocche da fuoco del Firenze si completa con il rientro, per "marcucc...saudade" di Scalìa in Sicilia.
Il girone di ritorno è un disastro: sei turni senza successi con sconfitte di misura e vittorie sfumate (vedi Lazio a Lastra a Signa) negli ultimi secondi. Con l'importante aiuto del procuratore Correra, però, si riesce a naturalizzare un giovanissimo nazionale argentino, Diego Raul Giustozzi che sbarca a Firenze a febbraio col compito di traghettare la squadra ai playoff.
Non ci riuscirà: sfortunatamente, dopo tre memorabili partite, subirà la lesione del legamento crociato e la sua stagione terminerà in quel momento. Il resto del campionato è un declino lento, ma inesorabile e la tremenda girata di Cappellato del Milano su imbucata di Martic al palasport di Firenze salva all'ultimo tuffo i meneghini e costringe i gigliati, nonostante i 38 punti, ai playout con l'Afragola.
Di quanto successo in quelle due disgraziate partite e, soprattutto, in quel disgustoso 8 giugno 1999 non è il caso neppure di accennarne. Preferiamo ricordare la stagione allora conclusasi come quella della prestigiosa doppia vittoria sulla BNL, dello storico successo nel derby col Prato (ahinoi, vendicato al ritorno!), del buon rapporto instaurato con tutte le società della massima serie.
 
L'ipotesi, affatto peregrina, che, nonostante i disperati tentativi di un indomito Renato Faggi, di Firenze Calcio a 5 non si dovesse più parlare (in un colpo solo erano stati persi tutti gli sponsor, metà della dirigenza e non ultimo il patron storico Andrea Rosso) lascia però, al termine di una travagliata estate, spazio all'idea di ripartire dal basso.
Promotori dell'operazione sono Di Giosio, nel frattempo accasatosi ad Augusta, Matrisciano ed Emiliana Rosso. A questi si aggiungono subito Michele Scapicchio, il professor Filippini e l'ormai bandiera storica Marco Lo Conte.  

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